Autostrade, CDP visualizzato “Non adatto”. Atlantia vuole un’offerta entro 7 giorni

Autostrade, CDP visualizzato “Non adatto”.  Atlantia vuole un’offerta entro 7 giorni

Il piano del gioco per sbloccare il gioco di tre mesi è stato fissato con lettere e ultimatum solo una settimana prima. Ma la sostenibilità dello schema deve essere inclusa nelle carte importanti e non può essere basata esclusivamente sull’unità dell’obiettivo. E questo passaggio, nella trattativa tra Cassa depositi e prestiti e Atlantia per la nascita di Autostrade, ha fatto saltare il piano. Una lunga riunione del Consiglio di Amministrazione della controllata Benetton ha esaminato la proposta che Cassa aveva avanzato con i Fondi Blackstone e Macquarie per l’acquisto dell’88% di Autostrade. No, non è così, ha detto: “Le condizioni economiche e connesse nello Stato” non sono ancora compatibili e adeguate. Inoltre: è richiesta un’offerta vincolante sul prezzo e il cassiere deve presentarla entro sette giorni.

Per capire perché la porta di Atlantia è più socchiusa che aperta, dobbiamo fare un passo indietro. Lunedì sera, quando Casa ha inviato la proposta. Proposta iniziale, senza prezzo, e soprattutto con tempistiche per arrivare ad un’offerta vincolante ben più lunga di quanto Atlantia ha stabilito ora in una settimana. Il Cdp si è detto pronto a definire i termini e le linee guida del processo entro il 28 ottobre e da quel momento in poi sono necessarie dieci settimane di due diligence per elaborare una formulazione vincolante della proposta. Tempo che sia il cassiere che il cassiere considerano fondamentale perché senza un’adeguata due diligence non sai cosa stai per acquistare. La scadenza di sette giorni a cui si riferisce Atlantia ora riporta le trattative sulle montagne russe: pronti a parlarsi di nuovo, ma con una data molto presto.

Se il piano di gioco sta ballando, non è solo per i tempi. Ed sono i contenuti, se non soprattutto, a creare differenze piuttosto che apprezzamenti. Cassa e fondi non hanno indicato un prezzo, mentre Atlantia, nella lettera inviata martedì scorso alla controparte, ha chiesto un prezzo, indicando di aspettarsi un’offerta vincolante piuttosto che un’offerta iniziale. I tempi stretti non hanno consentito a Cassa, Blackstone e Macquarie di onorare queste richieste. In mostra, invece, il rating di Autostrade: tra 8,5 e 9,5 miliardi. E per Atlantia, questa valutazione non è buona, è molto bassa. L’insieme di tutto ciò fa sì che Atlantia decida di non crollare subito, ma le condizioni imposte generano inevitabilmente pressione sulla Cassa. Poi c’è l’assemblea degli azionisti di Atlantia, che ha convocato per la fine del mese e ha chiesto il via libera al dual track, uno schema di gioco che non piace né alla cassa né al governo e l’88% delle autostrade esaurite viene bypassato. Ma il Consiglio, per il momento, è ancora in seduta. Se le cose andranno male il 28 ottobre, due giorni dopo Atlantia potrà decidere di continuare il suo solitario percorso di rinascita di Autostrade.

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Ma a complicare il quadro già in bilico c’è anche la questione del piano economico e finanziario di Autostrade. Ci sono investimenti che il governo ha richiesto alla Highway Company, l’obbligo di mantenere le tariffe entro un certo tetto. Anche il valore di Autostrade e quindi il prezzo di vendita dipendono da tale piano. Sembrava una domanda chiusa ma ancora irrisolta. Poiché l’Autorità di regolamentazione dei trasporti ha restituito il piano al Dipartimento dei trasporti sollevando varie questioni, tutte queste possono essere inquadrate in un grande vantaggio per Autostrade. Il Massachusetts Institute of Technology, insieme al presidente del Consiglio e al Tesoro, chiederà chiarimenti alla società, ma Autostrade non è disposta ad abolire il piano, tra l’altro a seguito di trattative con MIT che durano sei mesi. Tra l’altro – ed è questa la causa della società – è stato il governo, nella notte tumultuosa dell’accordo con Benetton del 14 luglio, a imporre un certo valore per le tariffe e, di conseguenza, tutti gli altri punti del piano. Ora interviene l’autorità per dire che il piano dovrebbe essere cambiato seguendo le indicazioni in bianco e nero nel parere inviato al MIT il 14 ottobre. Il governo sembra voler riconoscere alcuni di questi indicatori, ma non tutti. Ma è l’identificazione e la deviazione di questa parte che può cambiare il gioco in una direzione o nell’altra, provocando un sì o un no da parte di Autostrade. Perché nella catena, se il piano che il MIT ha inviato al potere non funziona, tutto è perduto. E il progetto può diventare non compostabile.

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