“Blocco possibile solo il 9 novembre”

"Blocco possibile solo il 9 novembre"
Covid, mezza Italia incontrollabile ma rinviata la chiusura.  Racconto:

Gli ospedali si stanno riempiendo di pazienti Covid, il sistema è in pericolo. Il numero di nuovi casi positivi attraversa un’altra fase psicologica, 30.000, la percentuale di campioni prelevati è ben superiore al 10% e costituisce un segnale di allarme. L’RT (l’indice di trasmissione che misura la velocità dell’epidemia e che dovrebbe rimanere al di sotto di 1) è peggiore del previsto, oscillando tra un minimo di 1,49 e un valore medio di 1,7. Tutte le regioni sono superiori a 1, anche Lombardia e Piemonte sono rispettivamente 2,16 e 2,09, Bolzano a 1,96, Molise a 1,86, Val d’Aosta a 1,89. La Lazio è più lontana a 1.51. Secondo la sala di controllo del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, che ha presentato il nuovo rapporto settimanale, 11 regioni sono ad alto rischio di trasmissione incontrollata.

Scenario 4, ecco tutte le misure (incluso il blocco) che possono essere attivate immediatamente

E per tornare alla situazione di ieri, in un giorno, altri 95 posti sono stati occupati in terapia intensiva (un totale di 1.746). Sempre secondo il rapporto, “questa settimana, per la prima volta, è stato segnalato il superamento della soglia critica di occupazione dei posti letto in zona medica (40%) in alcune zone”. Eppure in questo scenario molto inquietante ci sono alcuni segnali molto timidi che spingono a fermare la decisione che porta ad un blocco immediato. Prima di tutto, i dati del report settimanale non registrano ancora l’effetto dell’ultima compressione Dpcm sabato scorso. Inoltre, i dati sulle 24 ore di ieri sono pessimi, ma non come ci si potrebbe aspettare: una settimana fa, il numero di casi positivi è raddoppiato costantemente, per due o tre giorni, l L’aumento è compreso tra il 60 e il 70% circa. Per capirci, prendendo sempre come riferimento il venerdì: 9 ottobre 5.372 nuovi casi positivi, 16 ottobre 10.010 (quasi il doppio), 23 ottobre 19.143 (poco meno del doppio dei sette giorni precedenti). Oggi ci saremmo aspettati almeno dai 36 ai 37.000 casi, invece sono stati 31.084: tanti, ma meno del caso peggiore.

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Ci sono anche tanti decessi – 199 – ma comunque non c’è aumento che viaggia in proporzione al numero di casi, anche se va sempre ricordato che aumentano prima i positivi, poi i ricoveri. , finalmente morti. Un alto funzionario della CTS ha dichiarato: “Nonostante il forte aumento della curva, il sistema sanitario regge. Ieri, su oltre 31.000 nuovi pazienti positivi, abbiamo avuto solo 95 nuovi pazienti in terapia intensiva, o lo 0,3%. E il 94% degli infetti viene curato a casa. È un mondo diverso dalla primavera scorsa … ”. Restano però le conclusioni del rapporto a sottolineare la gravità della situazione, a cominciare dalla criticità delle soglie di occupazione degli ospedali, monitoraggio ormai saltato per i numeri troppo elevati. Con RT a 1.7 siamo alle porte dello scenario 4: se verrà confermato la prossima settimana, richiederà misure drastiche. “Va notato – affermano gli esperti – che in alcune regioni italiane la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 con rischio di servizi sanitari a breve termine”. Il governo resta in attesa per il momento. Giuseppe Conte resta in una posizione di attesa. “Dobbiamo prima valutare attentamente gli effetti delle misure prese con il Dpcm domenica scorsa ed eliminare le loro ripercussioni sull’opinione pubblica … Decidere ora un nuovo inasprimento non rispetterebbe i principi di gradualità e progressività seguiti fino a quando presenti “, ha dichiarato il presidente del Consiglio a margine del Consiglio dei ministri a chi, allarmato, gli ha chiesto cosa intendesse fare.

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VEDERLO BLOCCATO

Ciò significa che se la situazione continuerà a peggiorare, il governo valuterà la nuova repressione esattamente due settimane dopo il decreto del Primo Ministro del 24 ottobre: ​​7 novembre, per attuare le nuove restrizioni da lunedì 9. Nel frattempo, però, a differenza di quanto fanno gli altri in Europa. Infatti, il Belgio ieri ha annunciato la chiusura di scuole e negozi non essenziali oltre all’obbligo di lavorare in modo intelligente. Una strada che seguirà domani anche il premier austriaco Kurz, chiudendo ristoranti, cinema e teatri e imponendo il coprifuoco alle 20. In ogni caso, se l’andamento dell’epidemia continuerà ad aggravarsi, se lo fermerà alle 18 bar e ristoranti, la chiusura di palazzetti, attività sportive, musei, cinema e teatri non avranno avuto gli effetti sperati, ci muoveremo verso una serratura leggera sul modello francese. Negozi, fabbriche e uffici rimarranno aperti, ma tutti dovranno restare a casa. Chiuderanno anche i negozi (tranne il cibo), e potrai uscire solo per andare al lavoro, per fare la spesa, per motivi medici e per accompagnare i bambini alle elementari o all’asilo (c’è chi spinge ad andarsene. la via). Praticamente certa anche la chiusura dei confini regionali, molto probabili nei prossimi giorni i blocchi locali decisi dalle Regioni. Proprio in vista di un nuovo Dpcm, Conte ha preferito dribblare le probabili polemiche con parte della maggioranza e con l’opposizione. Così, ha chiesto ai Presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, “di esplorare la possibilità di individuare, in completa autonomia, la sede e le modalità più opportune affinché il governo possa avere la possibilità un dialogo costante con il Parlamento per arrivare a un confronto immediato in occasione dello sviluppo di un eventuale nuovo Dpcm “. Come a dire: preparatevi, ad horas, anche il prossimo weekend. Notte e giorno.

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Ultimo aggiornamento: 01:54


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