Dpcm Natale 2020, il decreto legge che vieta gli spostamenti tra regioni e comuni (ma prima ci si può spostare e poi tornare)

Dpcm Natale 2020, il decreto legge che vieta gli spostamenti tra regioni e comuni (ma prima ci si può spostare e poi tornare)
Dpcm Natale 2020, il decreto legge che vieta gli spostamenti tra regioni e comuni (ma prima ci si può spostare e poi tornare)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge n. 158 del 2 dicembre che definisce il quadro delle misure per il Natale e in particolare le limitazioni ai viaggi. Lo standard è stato pubblicato la scorsa notte in Gazzetta Ufficiale ed è propedeutico alla promulgazione del Dpcm del 3 dicembre, che conterrà le regole del Natale 2020. In particolare, il decreto legge delibera di interrompere i viaggi tra le regioni tra il 21 dicembre e il 6 gennaio, vieta gli spostamenti tra i comuni il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio e impedisce anche il trasferimento in seconde case.

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Il testo fissa anche il limite massimo di validità dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) di attuazione del regolamento di emergenza, portandolo da trenta a cinquanta giorni attuali. E lo fa perché le regole contenute nel Dpcm del 3 dicembre avranno una scadenza di oltre trenta giorni. Il decreto stabilisce che:

  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2023, saranno vietati i viaggi tra regioni diverse (comprese quelle da o per le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione dei viaggi motivati ​​da comprovate esigenze lavorative, situazioni per necessità o motivi di salute;
  • nei giorni 25 e 26 dicembre 2020 e 1 gennaio 2023 saranno inoltre vietati gli spostamenti tra comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute);
  • sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare presso la propria residenza, domicilio o domicilio;
  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2023 sarà vietato il trasferimento in seconde case situate in una regione o provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1 gennaio 2023 il divieto si applicherà anche alle seconde case situate in un comune diverso dal proprio.
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Venire si era osservato all’inizio della settimana, chi volesse spostarsi tra regioni diverse o rivolgersi a seconde case – sempre che le altre normative vigenti lo consentano – dovrà quindi farlo qualche giorno prima ma non sarà obbligato a rientrare a fine periodo perché, come specificato al comunicato della presidenza del consiglio dei ministri, sarà sempre possibile tornare a casa.

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Il testo del decreto legislativo n. 158 che chiude l’Italia dal 21 dicembre al 6 gennaio

Per le regioni della fascia gialla sarà quindi possibile varcare i confini regionali fino al 20 dicembre, è consentito anche il trasferimento in seconde case dove si potrà soggiornare per poi rientrare in residenza o domicilio. Per chi si trova nella zona rossa o arancione sarà comunque possibile rientrare nelle proprie case e abitazioni. Il testo del decreto-legge n. 158 è composto da un unico articolo in tre commi:

Arte. 1 Modifiche urgenti alla legislazione di emergenza

1. All’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, le parole “non superiore a trenta giorni” sono sostituite dalle seguenti: “non superiore a cinquanta giorni”.

2. Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2023, è vietato, sul territorio nazionale, qualsiasi movimento in entrata e in uscita tra territori di diverse regioni o province autonome, nonché i giorni del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1 gennaio 2023. Sono altresì vietati gli spostamenti tra i comuni, salvo che per viaggi motivati ​​da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. In tutti i casi è autorizzato il rientro presso la propria residenza, domicilio o domicilio, ad eccezione dei viaggi in residenze secondarie ubicate in altra Regione o Provincia Autonoma e, nei giorni 25 e 26 dicembre 2020 e 1 gennaio 2023 , sito anche in altro Comune al quale si applicano i suddetti divieti.

3. Relativamente a tutto il territorio nazionale, nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2023, i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all’articolo 2 del decreto legislativo n. 19 del 2020 può altresì considerare, anche indipendentemente dalla classificazione in livelli di rischio e scenari, misure specifiche rientranti nell’ambito di quelle previste dall’articolo 1, comma 2, del medesimo decreto-legge.


Inoltre, le scuole superiori e gli istituti tecnici, costretti alla formazione a distanza dall’ultimo Dpcm, torneranno a scuola a gennaio. Il Consiglio dei Ministri ha quindi deciso dopo una lunga discussione, con i 5 stelle, di tornare subito in classe, prima delle vacanze di Natale. Secondo quanto scrive l’Adnkronos, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha assicurato ai suoi colleghi di ripartire in sicurezza. “Le scuole possono riaprire subito, possiamo farlo”, avrebbe garantito. Ma di fronte a chi ha sollevato i dubbi delle Regioni, che ha chiesto di ricominciare a gennaio con la docenza presente, il capo delegazione M5S Alfonso Bonafede avrebbe chiesto di fugare tutti i dubbi e le problematiche del caso: i governatori, riflessione durante il CDM, devono spiegare cosa rallenta la ripartenza, “altrimenti a gennaio ci ritroviamo con gli stessi problemi, e non possiamo permetterci ulteriori rinvii”. Alla fine, il presidente del Consiglio traccia il confine e, di fronte allo scontro di domani con le Regioni, propone di chiedere ai governatori di spiegare cosa sta rallentando il ritorno ai banchi, che si tratti di trasporti o altro. Per intervenire rapidamente ed evitare ritardi.

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