“Se arriva la terza ondata …”. Conte indaga sul blocco di gennaio

"Se arriva la terza ondata ...".  Conte indaga sul blocco di gennaio
"Se arriva la terza ondata ...".  Conte indaga sul blocco di gennaio

Nelle ultime ore Giuseppe Conte continua a ripetere lo stesso mantra: se la RT, o indice di contagiosità, salirà alle stelle a causa di un’improvvisa ondata causata da una variante del Covid-19 o per qualsiasi altra ragione, l’Italia dovrà fare i conti con un nuovo introito.

Cosa accadrà a gennaio

In altre parole, la spada di Damocle incombe sull’Italia con novità misure restrittive. Che, tradotto in gergo, potrebbe far tingere di rosso l’intero paese o larghi strati di territorio. Il Primo Ministro ha spiegato che dopo gennaio, torneremo alla divisione territoriale per fasce colorate secondo gli indicatori epidemiologici trovati in ciascuna regione. Quindi: zona gialla, arancione o rossa, con divieti e limitazioni progressivamente più severi con l’aumento di infezioni, ricoveri e decessi.

Attenzione però, perché non si escludono misure “extra” restrittive, se così possono essere definite, in caso di ipotetici terza ondata. “Le nostre previsioni erano vere“ha detto Conte a Porta a portaevidenziando comunque una variabile significativa. “Il tema è che se gli esperti ci dicono che la possibilità di una terza ondata a gennaio è reale, non ci penso due volte, e tutti i ministri responsabilmente, per introdurre e rafforzare la cintura di protezione per il Periodo natalizio.“, il Primo Ministro ci ha messo le mani sopra.

Le possibilità in tavola

Conte è comunque ottimista e lo spera, anche grazie alle ultime misure restrittive, Il 2023 potrebbe aprirsi con barlumi di luce. E non solo per l’imminente arrivo del vaccino anti Covid. Il presidente del Consiglio spera quindi di trascorrere i mesi di gennaio e febbraio con un pizzico di serenità in più rispetto al nero autunno appena attraversato dall’Italia.

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Insomma, il piano dell’esecutivo per il nuovo anno sta lentamente prendendo forma. Il “piano A “ si innescherà solo se la situazione epidemiologica rimarrà costante: ovvero un graduale calo delle infezioni e zero picchi. In questo caso gli italiani tornerebbero a districarsi tra le zone gialle, arancioni e rosse. Sul tavolo, però, c’è un ipotetico “Piano B”: Misure più rigorose per affrontare le possibili complicazioni della pandemia.

Per ora i dati sembrano essere dalla parte del Primo Ministro. Sappiamo, tuttavia, che la situazione sta cambiando e potrebbe cambiare in pochi giorni. il tasso di positività è rimasto più o meno stabile, intorno all’8,2%. Toscana, Valle d’Aosta e Umbria sono le regioni che hanno fatto i migliori progressi nella lotta al virus. Altri sono sulla strada giusta. Bisognerà ora capire come si sveglierà l’Italia nel 2023 dopo la repressione preparata dall’esecutivo per bloccare le vacanze e con un vaccino aggiuntivo.

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