I modelli e le abitudini di guida possono essere segni di declino cognitivo, anche più accuratamente dei test di memoria.Studio
Il modo in cui guidiamo può riflettere la nostra attenzione al volante o la nostra esposizione al pericolo.Secondo i risultati degli studi nel campo delle neuroscienze, i dati raccolti attraverso i mezzi di "aggiungere lo scopo delle attività, compresa la comprensione.
Agli autori dello studio, 156 esperti dell'Università di Washington, è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer, mentre gli altri erano malati.
Lo studio è durato generalmente due anni: già all'inizio i due gruppi mostravano abitudini di guida molto diverse.Un soggetto raro ha mostrato una diminuzione dei progressi nella guida, una diminuzione della guida notturna e una tendenza a limitare percorsi diversi, percorso abituale e routine abituale.
Biomarcatori “digitali”.
I dati più rilevanti dello studio riguardavano l'accuratezza predittiva, in particolare per variabili come la distanza percorsa, la velocità e la variabilità delle routine, che sono risultate superiori ai test “standard”.Infatti, se si utilizzano solo fattori demografici (età e istruzione), test cognitivi e test generici, l'accuratezza della diagnosi di deterioramento cognitivo lieve è del 76%;tuttavia, quello ottenuto analizzando i dati di guida è stato dell'82%.Combinando le due analisi, la precisione predittiva aumenta addirittura fino all’87%.
"L'identificazione precoce degli automobilisti anziani a rischio di incidenti - ha commentato Ganesh M. Babulal, uno degli autori dello studio - è certamente una priorità per la salute pubblica, ma è difficile e richiede tempo. Abbiamo scoperto che l'utilizzo di un dispositivo GPS può determinare chi ha sviluppato problemi cognitivi, rispetto al semplice controllo di fattori come l'età o i risultati dei test cognitivi."
Sviluppi futuri e limitazioni
Babulal aggiunge che l'analisi dei dati di guida, come metodo di monitoraggio meno stressante per i pazienti, non è invasiva e può effettivamente "mostrare risultati promettenti nell'aiutare a identificare i conducenti in anticipo per un intervento tempestivo, prima che si verifichi un incidente".Tuttavia, l’equilibrio tra sicurezza ed etica – “rispetto dell’autonomia, della privacy e del consenso delle persone” – e soprattutto capire se i risultati sono generalizzabili è cruciale: la maggior parte dei partecipanti a questo studio erano uomini bianchi con un alto livello di istruzione, e quindi sono necessari più test su popolazioni più stratificate per confermare se l’indicatore è valido su larga scala.
